Atlantide è il blocco geologico sardo-corso semisommerso Esso è davvero sommerso, come Atlantide, ma due altopiani sono rimasti fuori dall’acqua, e la nostra civiltà gli ha dato il nome di Sardegna e Corsica. Vi era presente la “specie degli elefanti”, come dice Platone, infatti vi era il Mammuthus Lamarmorae. Esso ha un orientamento nord-sud, come affermato da Platone. La parte a nord è ricca di ottimi venti per la navigazione, e infatti tra Corsica e Sardegna è presente una delle migliori scuole di surf in Europa. In una visione evemeristica, Poseidone potrebbe essere un antichissimo sovrano dell’isola sardo-corsa, poi deificato, quando ancora era terra emersa. Nel blocco sardo-corso la toponomastica, utilissima agli archeologi, richiama chiaramente le fonti d’acqua calda e fredda poste secondo il racconto platonico nell’Isola di Atlantide da Poseidone: esistono delle frazioni di paesi chiamate “Acquacadda” (Acqua Calda, in lingua sarda campidanese), S’acqua callenti de basciu (L’Acqua calda di sotto, in sardo campidanese) e S’Acqua Callenti de Susu (L’Acqua calda di sopra, in dialetto sardo campidanese), mentre nel vicino paese di Siliqua è presente ancora oggi la fonte d’acqua fredda di Zinnigas; a Siliqua il “Castello d’Acquafredda”. Insomma, persino la toponomastica richiama il mito platonico. Inoltre, Solone ascoltò il racconto nella città egizia di Sais, e Sais è un cognome sardo, e la Sardegna è un’altopiano emerso del sommerso blocco geologico sardo corso, quindi ancora tutto calza alla perfezione. Sais, oltre essere un cognome appartenente al territorio sardo-corso, è anche il nome di una frazione geografica vicino a Narcao: località di Is Sais inferiore e Is Sais superiore di Narcao (SU), nel Sulcis nell’attuale Sardegna. La toponomastica si ripresenta in maniera apparentemente corretta, e proprio negli stessi punti geografici (il Sulcis, nell’attuale Sardegna) dove la toponomastica richiama le fonti poste da Poseidone. E curiosamente, sempre nel Sulcis, vi è una località chiamata Piscinas… altra toponomastica che ricorda il tema dell’acqua o degli allagamenti. Mentre in relazione alla toponomastica egizia, troviamo una località chiamata “Terresoli” (Terra del Sole, in dialetto sardo campidanese) che ci ricorda molto da vicino Heliopolis (Città del Sole). Siccome il Sulcis “s’esti furriau”, hanno chiamato una frazione “Furriadroxiu”; siccome molta gente è morta o si è ferita gravemente, l’hanno chiamato “Spistiddatroxiu”. Abbiamo visto il cognome Sais, ma anche il cognome Usai è interessante: esiste a Bologna la Mummia Usai, che dimostra i contatti tra la popolazione sardo-corso-atlantidea e l’antico Egitto.  Infatti, Usai  è un cognome esclusivamente sardo-corso-atlantideo: in tutto il mondo, chi si chiama Usai è di origini sardo-corse-atlantidee. Quindi abbiamo la presenza di cognomi sardo-corsi nell’Antico Egitto, e questo dovrebbe fare riflettere.

Atlantis exists

Inoltre, quando Platone parla della misura di 10.000 stadi relativa alla pianura di Atlantide, anche questo conteggio risulterebbe plausibile e accettabile: infatti, se si esclude “la fascia dei monti che cadono direttamente sul mare” (ossia i monti ora presenti in Corsica e il lato destro della Sardegna come il Gennargentu), misurando il perimetro del territorio rimanente, è leggermente maggiore di 10.000 stadi (si tenga presente che esistono almeno 2 tipi di stadi greci, tra cui lo stadio attico; ma gli archeologi mi hanno capito bene e possono fare le controverifiche seguendo il metodo scientifico). Riassumendo per chiarezza: è possibile che i sacerdoti della città di Sais stessero cercando, a modo loro, di spiegare a Solone un evento geologico di sommersione del blocco sardo-corso al centro del Mediterraneo, asserendo che nel blocco sardo-corso vi abitava una stirpe che aveva conquistato fino alla Libia ed all’Egitto, e poi fino alla Tyrrenia. In questo caso il periodo dell’affondamento sarebbe intorno, approssimativamente, al 9600 a.C., diversamente dall’ipotesi dell’Atlantide sardo nuragica, che è palesemente errata per i motivi da Voi giustamente elencati. Se tutto ciò fosse corretto, dunque, significherebbe che le analisi stratigrafiche dovrebbero scendere nel terreno fino a trovare i resti di 11.600 anni fa circa, per poter trovare i resti della “capitale” di Atlantide o della sua popolazione, e sarebbe anche chiarissimo il motivo per il quale non si trovano corpi dei deceduti atlantidei negli strati del nuragico. Sono chiaramente disposto ad espandere le mie affermazioni per maggior chiarezza e per Vs. migliore analisi scientifica. Si potrebbe continuare elencando tutti i punti congruenti con le affermazioni platoniche. Inoltre: Frau (che ringrazio di cuore), pone le Colonne d’Ercole, se non erro, tra Sicilia e Tunisia. In effetti, esiste la possibilità che queste siano state ritrovate. Infatti, la Comunità Scientifica di tutto il mondo è in fase di analisi della recentissima scoperta di quelle che appaiono come strutture di natura antropica collocate proprio nel Canale di Sicilia, in molti luoghi, ma esemplari possono essere considerati i resti, perfettamente paralleli, con geometrie perfette ed angoli retti, ritrovati tramite analisi batimetriche del Sistema Emodnet dell’Unione Europea, in Birsa Bank, esattamente tra Sicilia e Tunisia, ed a breve distanza da Pantelleria. E’ stato fatto un secondo ritrovamento anomalo dal punto di vista batimetrico, di una struttura dall’apparente forma rettangolare nella piattaforma carbonatica continentale Sicilia-Malta, fiancheggiata dalla Scarpata Continentale Sicilia Malta (Sicily-Malta Escarpment per i geologi). Attualmente il mondo scientifico non ha ancora ufficializzato se si tratti di effettive scoperte scientifiche: dalle batimetrie di almeno 5 sistemi batimetrici mondiali, appaiono tali. Si attende ufficiale conferma, ma potete nel frattempo verificare online queste notizie, che tuttavia hanno, fortunatamente, già fatto il giro del mondo. In merito alla zona Gadirica, è possibile che fosse il nome non di Gadir (Cadice), bensì di una omonima zona geografica del blocco sardo-corso, ora sommerso. Perché avrebbe lo stesso nome di Gadir? Per lo stesso motivo per il quale Teulada in Sardegna ha l’equivalente Teulada in Spagna; Pula ha una Pula in Dalmazia; Aritzo in Sardegna corrisponde ad Aritzu in Spagna; Monastir in Sardegna corrisponde a Monastir in Tunisia, e potrei continuare ancora, ma rischierei di annoiarvi. Per questo, Gadir nel blocco geologico sardo-corso avrebbe corrispondenza con Gadir (ossia Cadice). Questa affermazione su questi toponimi non ho ancora avuto modo di verificarla con degli specialisti, ma Voi sarete sicuramente più capaci di me a controverificare, grazie anticipate. Per quale motivo poi tutto intorno all’isola sardo corsa sommersa era tutto pieno di fango che impediva la navigazione? Perché le correnti marine, dopo l’affondamento del blocco geologico sardo corso, hanno cominciato a strappare via strati di terreno che emergeva dalla superficie come fa ora la Sardegna, venendo a creare nei millenni quella che oggi i geologi chiamano “piattaforma continentale” sardo-corsa. Man mano che le correnti marine “lavavano” via strati di terreno, distruggendo tutti i centri abitati e le strutture che erano state realizzate prima del 9600 a.C. sulle fasce costiere sardo-corse, l’acqua veniva intorbidita da materiali fangosi, e questo è chiaro e ovvio al pensiero ed alla riflessione. Ad Atlantide “vivevano i vecchi più vecchi”, e tutti sappiamo dei centenari sardo corsi, al punto che il codice genetico sardo non solo è stato ed è studiato in tutto il mondo, ma è stato persino rubato (vedasi il furto di 25000 provette con 17 indagati, in seguito al furto delle provette di DNA dei sardi avvenuto secondo la stampa presso il Parco Genos di Perdasdefogu nell’agosto 2016). Che il blocco sardo-corso sia antico per gli antichi è ovvio agli studiosi colti: basta citare il ritrovamento di un frammento di carapace di Arthropleura armata del Carbonifero di Iglesias (Museo PAS – E.A. Martel di Carbonia), ma chi fosse interessato può informarsi presso un paleontologo, uno su tutti lo straordinario Daniel Zoboli. E’ quindi ovvio che gli egizi eruditi riuscissero, da molti dettagli, a capire l’antichità del blocco sardo-corso, da loro chiamato Atlantide. Platone afferma che dall’Isola di Atlantide (che qui si suppone il blocco sardo corso) era possibile andare nelle isole intorno ed in quello che è veramente continente. Ma noi sardi a livello linguistico, fortunatamente, abbiamo conservato ancora questi modi di dire: “Deppu andai in Continenti” (devo andare in Continente), quando dobbiamo andare nello Stivale. Questa affermazione fa morire dal ridere chi sente noi sardi dirlo, ma fortunatamente ci aiuta a capire cosa intendesse Platone: probabilmente, a livello linguistico, quando il blocco sardo-corso era terra emersa noi chiamavamo linguisticamente l’isola “continente”. Uscire dall’isola era “andare in continente, in un altro continente”. Dopo l’affondamento, questo uso linguistico è rimasto a livello di dialetti sardi, per cui noi diciamo che “andiamo in continente”, facendo meravigliare chi ci ascolta.

Atlantis exists, found by Dr. Luigi Usai
Atlantis exists, found by Dr. Luigi Usai

Insomma, tutte le affermazioni Platoniche, se inserite nel giusto contesto, sono razionali e spiegabili correttamente. Richiedono però una certa umiltà mentale, una certa “disposizione all’ascolto”. Siccome sono affermazioni forti, che hanno conseguenze, probabilmente necessitano qualche mese di riflessione e meditazione, prima di poter essere assimilate e digerite correttamente. Daltronde, sono 2400 anni che nessuno ha capito di cosa stesse parlando Platone, anzi, si è affermato quasi ovunque che Platone stesse esagerando. In merito all’affondamento dell’isola sardo corso atlantidea, questo sarebbe un problema di natura geologica, dove io posso solo fare ipotesi. Ad esempio, ci possono essere almeno tre cause concomitanti: i Meltwater Pulses, in particolare il meltwater pulse 1b, studiato anche dai tecnici NASA. Inoltre, i movimenti di assestamento geologico dovuti a quello che gli esperti di geologia chiamano “slab roll-back”. Inoltre, è stato persino ipotizzato, ma tuttora in fase di verifica, che sotto il Sulcis passi proprio una faglia tettonica, la stessa che passa sotto Pompei ed Ercolano, arriva sotto il Sulcis e prosegue fino a Gibilterra. A possibile supporto della tesi che Atlantide sia l’isola sardo-corsa parzialmente sommersa e la sua piattaforma continentale attualmente sommersa, segnaliamo qui alcune prove scientifiche.  Il 28 febbraio 2017 è stato pubblicato uno studio sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature che presenta nuovi dati archeogenetici. Questi dati rafforzano l’evidenza archeologica della netta discontinuità culturale tra i primi abitanti dell’isola, risalenti a circa 11mila anni fa, e gli artefici del suo popolamento definitivo avvenuto circa 3000 anni più tardi, con l’arrivo dei primi coloni agricoltori-allevatori. Questa importante scoperta si basa sull’analisi del DNA estratto dai resti scheletrici di due individui sepolti nel riparo preistorico di Su Carroppu di Sirri a Carbonia. Al momento, questi resti rappresentano la prova più antica della presenza umana nell’isola. Ora, dal 9600 avanti Cristo ad oggi sono trascorsi circa 9600 + 2023 anni, ossia 11623. Le prove citate sopra sono appunto di 11000 anni fa. Si è condotto uno studio sulla netta discontinuità culturale tra i primi frequentatori dell’isola di Sardegna circa 11.000 anni fa e gli artefici del suo stabile e definitivo popolamento, avvenuto circa 3.000 anni più tardi con l’arrivo dei primi coloni agricoltori-allevatori. Lo studio si basa sull’analisi del DNA estratto da resti scheletrici di due individui sepolti nel riparo preistorico di Su Carroppu di Sirri a Carbonia, i quali rappresentano la più antica prova diretta della presenza umana nell’isola. Lo studio fa parte del progetto di ricerca finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna sulla storia del primo popolamento neolitico dell’isola. Le sequenze genetiche ottenute sono state confrontate con dati antichi e moderni e hanno rivelato una grande differenza nella variabilità genetica della popolazione attuale dell’isola rispetto ai primi uomini che l’hanno frequentata, con la maggior parte della variabilità genetica che sembra essere stata determinata dal flusso migratorio di popolazioni che hanno introdotto l’economia produttiva a partire dal più antico Neolitico. Le sequenze mesolitiche dei campioni di Su Carroppu appartengono ai gruppi denominati J2b1 e I3, che hanno frequenti molto basse o basse in Europa. La rilevanza della scoperta scientifica stimola l’intensificazione delle ricerche nel sito chiave di Su Carroppu, già indagato tra gli anni 1960-1970 e attualmente oggetto di scavi sistematici diretti dall’Università di Cagliari. Buona ricerca a tutti Voi. Se qualcuno fosse interessato, la teoria di Atlantide come l’isola sardo-corsa e tutta la sua piattaforma continentale attualmente sommersa, riesce a spiegare anche altre cose in maniera molto intuitiva. Ad esempio, Greci e Romani pensarono probabilmente che la sommersione del blocco geologico sardo corso fosse stata una punizione degli dei per gli abitanti strafottenti, che “prepotentemente avevano tentato, d’un sol colpo, di invadere le terre al di qua delle Colonne D’Ercole (forse situate nell’attuale Birsa Bank, una montagna sottomarina apparentemente antropizzata al di sotto del Canale di Sicilia, dati verificati scientificamente tramite batimetrie Emodnet). Prima cercavo di chiarire la toponomastica. Ora possiamo tentare di chiarire l’onomastica: gli Dei punirono i sardo-corsi, chiamati dagli egizi “Atlantidei”, secondo quanto affermato nei testi platonici intorno al 9600 a.C., “schiacciando l’isola sardo-corsa sotto i piedi, ed essa affondò” (il virgolettato è la mia ipotesi). Ed ecco facilmente spiegato perché i Greci chiamarono la Sardegna Ichnusa (impronta di piede) e i Romani la chiamarono Sandalia (impronta di sandalo). Persino il nome ora è chiarissimo: erano Greci e Romani che irridevano la Sardegna, che era ciò che rimaneva della grandissima potenza sardo-corsa, che gli egizi chiamarono “Atlantide” nel racconto fatto a Solone, che lo disse a Dropide, che ne parlò a Crizia nonno, che ne parlo a Crizia nipote, che lo disse a Socrate nei dialoghi platonici di Timeo e Crizia. Se qualche lettore vuole sapere la storia originale del blocco geologico sardo corso, prima che esso affondasse intorno al 9600 a.C. circa, è obbligato a leggere Timeo e Crizia, due testi scritti dal greco Platone. Tutto il resto dei testi pubblicati fino ad oggi non ha fatto altro che aggiungere entropia, caos, confusione, nella storia del blocco sardo-corso, in quanto personaggi come Cayce o Madame Blavatsky, dei ciarlatani di professione, usavano l’argomento Atlantide per fare soldi, pubblicando libri pieni di bugie e intrattenendo i curiosi, soprattutto dopo che videro che il libro di Ignatius Donnelly intitolato ATLANTIS: THE ANTEDILUVIAN WORLD, aveva avuto un’incredibile ritorno mediatico a livello mondiale. Il cinema e la televisione, poi, hanno introdotto una marea di stupidaggini sul tema di Atlantide, per cui quando si parla di questo argomento molti hanno in mente pezzi di film o cartoni animati o libri di fantasia che non hanno nulla a che vedere con ciò che ha affermato Platone. Quindi: il nome Ichnusa greco, e Sandalia latino, confermano la mia ipotesi sul fatto che gli antichi pensassero che gli dei hanno punito l’isola sardo-corsa schiacciandola sotto i piedi. Non esisteva ancora una scienza geologica come la intendiamo oggi.  Inoltre: la faglia tettonica di Wadati-Benioff che passa sotto Pompei ed Ercolano, e che le distrusse, è probabilmente la stessa che continua fin sotto il Sulcis nell’attuale Sardegna e prosegue ancora fino a raggiungere l’attuale Stretto di Gibilterra. Siccome questa faglia si attiva in tempi geologici, i cittadini che abitano nel Sulcis non sono coscienti dell’attività sismica. Quando questa rilascia la sua energia elastica, avvengono disastri spaventosi, come l’apertura dello Stretto di Gibilterra, la distruzione di città e luoghi come Pompei ed Ercolano, o la sommersione dell’isola Sardo-Corsa. Ma la sommersione probabilmente è dovuta anche ad una importantissima altra causa: l’assestamento geologico dell’isola sardo-corsa conseguente allo “slab roll-back” che, come rivelatoci dall’antico sacerdote egiziano, avvenne nel 9600 a.C. circa. Lo Slab Roll-Back, concomitantemente con il risveglio tettonico della faglia presente sotto il Sulcis ed attualmente sconosciuta alla geologia ufficiale che conosce invece una faglia più a sud che costeggia l’Africa, e forse a causa anche del succedersi di vari Meltwater Pulses post glaciazione Wurm, hanno causato la sommersione parziale dell’isola Sardo Corsa. Ora, fuori dall’acqua, restavano solamente le cime delle montagne, che ora noi crediamo siano isole separate, e che ormai la nostra civiltà conosce coi nomi di Sardegna e Corsica. Inoltre, tutta la toponomastica e l’onomastica presenti nel Sulcis lasciano un interrogativo: perché tutti questi luoghi sulcitani richiamano il racconto di Platone? Potremo allora riprendere in mano il testo platonico per tentare di capirne il motivo. Innanzitutto, se le Colonne d’Ercole si trovavano a Birsa Bank, e l’isola sardo-corsa e la sua piattaforma continentale attualmente sommersa è realmente Atlantide, questo significa che nel 9600 a.C. era uso chiamare l’attuale Mar Mediterraneo col nome di Mare Atlantico (ossia mare dell’isola di Atlantide) oppure Oceano Atlantico (Oceano dell’isola sardo-corsa attualmente sommersa, ossia Atlantide). Non ho ancora letto Frau (2002), per cui non so se alcune delle mie affermazioni le abbia già pubblicate lui, nel qual caso porgo delle scuse anticipate. Le mie sono solo riflessioni conseguenti ai ragionamenti fatti in questi ultimi due anni. Vi prego di segnalarmi eventuali mie mancanze o apparenti plagi, grazie anticipate. Se tutto ciò è vero, allora Poseidone forse era un uomo, e ovviamente non una divinità (perché, voi ne avete mai incontrata una di persona?), e quest’uomo si innamorò di una adolescente a cui erano morti i genitori, Clito. Il racconto platonico afferma che Poseidone circondò la collina con dei canali d’acqua. Ora, proprio il Sulcis (ma guarda che coincidenza! O forse non si tratta di una coincidenza?) è di natura vulcanica, per cui proprio al centro del Sulcis vi è una collina o montagna, se volete, non troppo alta, e ciò è visibile usando sistemi satellitari come Google Maps o Google Earth, che permette persino di inclinare la visuale premendo il tasto shift della tastiera dei computers. Ma questi luoghi sono davvero antichi come dice Platone o sono luoghi recentissimi? Facile verificare: proprio al centro del Sulcis, potete verificare che esistono le grotte preistoriche IS ZUDDAS, e nei pressi esiste ad ACQUACADDA (Poseidone vi mise due fonti, una d’acqua fredda ed una d’acqua calda, e la località si chiama Acquacadda… ma guarda che coincidenza incredibile! Certo che ne ho di fantasia!) e nella località di Acquacadda sono stati ritrovati reperti archeologici antichissimi. Ora un esperto potrebbe obiettare che i reperti, ad esempio, sono solo di 6000 anni fa. Appunto: un esperto dovrebbe cercare gli strati stratigrafici del 9600 a.C.: solo allora sarebbe possibile ricavare informazioni più dettagliate. Invece, attualmente, in questi luoghi vengono portate comitive di bambini a guardare. A mio avviso questo è pericoloso ma non sono specialista di stratigrafia, per cui non ho voce in capitolo. Sempre nel Sulcis, è stata ritrovata la Grotta Su Benatzu, che è un autentico tesoro archeologico, che potrebbe contribuire alla ricerca sul filone “cosa è accaduto nei millenni dopo l’affondamento dell’isola sardo-corso-atlantidea?” (Devo sviluppare questo argomento). Inoltre, a supporto della teoria dell’Atlantide Sardo-Corsa sommersa, esiste un’altro ritrovamento scientifico di archeologia marina: il ritrovamento di un carico di 39 lingotti di oricalco ad opera dello straordinario Sebastiano Tusa al largo delle coste di Gela, in Sicilia. Gli articoli di giornale ipotizzano che provenissero dalla Grecia o dall’Asia Minore, ma ora che abbiamo tutte queste informazioni sull’isola sommersa sardo-corsa, possiamo supporre che provenissero da quest’isola ora sommersa, che si trova a pochissima distanza, il che rende l’ipotesi molto plausibile. L’antichità del blocco geologico semi-sommerso sardo corso è nota alla scienza ufficiale, ed in particolare anche alla geologia, che è cosciente della cosiddetta “rotazione del blocco sardo-corso” iniziata circa 40 milioni di anni fa, dopo il distacco del blocco dall’attuale costa della Spagna e della Francia, e durata circa 15 milioni di anni (prendete le date con le pinze, non mi stupirebbe se in futuro si rivelassero errate). Questo è possibile saperlo, come afferma il noto geologo Mario Tozzi, perché sono state fatte tantissime ricerche in ambito paleomagnetico, che hanno mostrato come l’unico modo per spiegare l’orientamento geomagnetico delle strutture lapidee e geologiche sardo-corso è quello di riportare lo stesso a coincidere con le attuali coste ispanico-francesi. Inoltre, alla possibile sommersione può aver contribuito anche il fatto che la struttura geologica della Sardegna presenta vari tipi di Graben Horst, per cui anche questi accomodamenti di natura geologica possono aver contribuito a spostamenti tellurici importanti e significativi per il popolo di sardo-corso-atlantidei che ivi abitava. Ad esempio, la pianura del Campidano in Sardegna è un Graben Horst. L’antichità del blocco geologico sardo-corso è chiara ai geologi di tutto il mondo in quanto sono presenti persino “graptoliti”, alle quali la trasmissione Sapiens dello straordinario geologo Mario Tozzi ha dedicato dei video ( vedasi: “I Graptoliti di Goni a Sapiens”). Ora, se Atlantide è davvero il blocco sardo-corso sommerso, allora dobbiamo verificare nuovamente quanto ha affermato Platone. Atlantide ha dominato nel Mediterraneo anche sulla Libia e sulla Tirrenia, e su tantissime isole sparse sull’Oceano (ricordiamoci che abbiamo già mostrato che Oceano, nei testi del 9600 a.C. citati dagli Egizi, è il Mar Mediterraneo, e non l’attuale Oceano Atlantico). Ma se è vero che ha dominato, allora forse ci sono state anche influenze linguistiche? Ma certo, e le prove esistono già: molti studiosi si sono accorti delle somiglianze incredibili tra dialetti e lingue sarde e la lingua corsa, “il dialetto” (o dobbiamo dire la lingua?) siciliano (Dizionario minimo. Sardo Corso Siciliano. Corrispondenze nel Gallurese, di Emilio Aresu e altri), la lingua basca… ma a parte qualche studioso geniale, che è riuscito dopo una vita di studi a capire che ci sono ferree somiglianze, questi autori non sono diventati mainstream in quanto nessuno immaginava l’importanza enorme di questo tipo di lavori, che mostrano a tutti gli effetti che le lingue sardo-corso-atlantidee si sono diffuse in tutto il mediterraneo. E adesso, pensandoci bene, si può cominciare ad intuire che anche nello studio delle lingue vi è stata una inversione: si è creduto che il sardo somigliasse allo spagnolo e al portoghese perché siamo stati da loro “dominati” nella Storia recente, mentre probabilmente le lingue spagnole e portoghese, al rovescio, erano imposte dal dominio sardo-corso-atlantideo preistorico del quale, fino ad ora, non eravamo al corrente. La Nuova Sardegna ha dedicato un articolo in merito intitolato: «Quel filo che lega i sardi con i baschi» di Paolo Curreli  nel quale un linguista eccezionale e geniale si è accorto di questa eredità linguistica sardo corso atlantidea, e l’ha fatta notare al mondo con i suoi straordinari lavori (dall’articolo: “Centinaia di vocaboli simili nello studio di Elexpuru Arregi. Tante affinità linguistiche. Due paesi con i nomi uguali: Aritzo e Aritzu. Ma anche Uri e Aristanus. L’agrifoglio in sardo, galostiu, in basco è gorostoi”). Ma gli atlantidologi non possono arrivare a questi testi se nessuno ne mostra la correlazione col tema di Atlantide. C’è quindi ancora tantissimo lavoro da fare, e questo è solo l’inizio di una nuova era di studi. I popoli del blocco sardo corso hanno quindi influenzato nella preistoria l’evoluzione delle attuali lingue e dialetti e lingue minoritarie di parte del Mediterraneo e forse anche di altri luoghi. Ecco ora spiegato in maniera semplicissima e cristallina come mai il Sardo, il Corso, il Siciliano, il Basco, lo Spagnolo, il Portoghese, il dialetto Veronese (si vedano ad esempio tutti i nomi degli asparagi, dei vegetali etc che sono identici a quelli sardi) e chissà quali altre, si somiglino così tanto. Adesso che abbiamo queste informazioni, possiamo riprendere nuovamente i lavori straordinari del Professor Bartolomeo Porcheddu  e confrontarci con le Sue affermazioni, che ora risultano tutte perfettamente corrette e tutte non solo spiegabili, ma persino comprensibili ed ovvie alla ragione. Ciò che afferma il Professor Bartolomeo Porcheddu è giusto e corretto (ai miei occhi è ovvio, non c’è nemmeno bisogno di sottolinearlo, ma nelle interviste talvolta si ha l’impressione che le Sue tesi vengano considerate “fringe theories”, come fossero pseudo-scienza, mentre invece sono dimostrazione di genio e intuizione fuori dal comune). Esistono vari siti che mostrano come ormai già vari studiosi si stessero accorgendo delle somiglianze linguistiche tra lingue e dialetti del blocco geologico sardo-corso ed altre lingue e dialetti sparsi per il Mediterraneo in particolare, si veda anche questo articolo. Un altro articolo ancora che ne parla è questo. Insomma, ormai studiosi seri si stavano rendendo conto che c’erano informazioni di cui non eravamo al corrente, come se ci fosse davvero una Civiltà antica che mancava all’appello della Storia Antica, come afferma Graham Hancock: questa civiltà è quella che viveva nel blocco geologico sardo corso attualmente semisommerso, quando questo era un’isola e terra emersa: Graham Hancock quindi aveva ragione su questo punto. L’impatto di questa scoperta straordinaria crea uno sorta di shock nella mente dello studioso: infatti, ora si ha un senso di sfasamento, di sfiducia. Come è possibile che quasi nessuno si fosse mai accorto, se si escludono alcuni studiosi geniali che sono addirittura stati derisi per le loro affermazioni? Come è possibile che Platone non sia stato creduto? Persino lo stesso Aristotele non gli credette: “Colui che ha inventato Atlantide l’ha anche fatta scomparire”. In conclusione: l’anziano sacerdote egizio stava raccontando a Solone, nel 590 circa a.C., che i Greci sono un popolo giovane, in quanto i letterati ciclicamente morivano per le catastrofi che avvengono periodicamente nel pianeta, e quindi le loro opinioni sul passato erano come delle favole, perché non avevano fissato nel linguaggio scritto gli eventi storici. Gli egizi invece fissavano le informazioni su pietra, per cui avevano memorie di fatti incanutiti dal tempo. E non gli parla subito di Atlantide, gli parla della prima Atene, fondata nel 9600 circa a.C., ossia 1000 anni prima della città di Sais in Egitto. A quel tempo, i Greci compirono un’impresa più straordinaria tra tutte: riuscirono a liberare tutti i popoli del Mediterraneo dall’invasione di un popolo, che prepotentemente cercava di invadere tutto il mediterraneo fino ad Egitto, Israele e Grecia: ossia gli Atlantidei, che era il nome col quale il sacerdote egizio descrive gli abitanti dell’isola sardocorsa attualmente semisommersa sotto il Mediterraneo.

Atene 9600 a.C. circa, sommersa insieme al blocco sardo corso atlantideo
Atene 9600 a.C. circa, sommersa insieme al blocco sardo corso atlantideo, situata sulla piattaforma carbonatica iblea Sicilia-Malta, scoperta da Luigi Usai

Esistono altre scoperte a supporto della tesi Atlantide Sardo Corsa, ma cercare il materiale richiede tempo e sacrificio. Farò il possibile per fornire il maggior numero di prove possibile a tutti Voi lettori, archeologi, giornalisti e scienziati. E’ importante che vengano esposte tutte le prove possibili per poterVi mostrare che non si tratta di semplici coincidenze. Una coincidenza sarebbe normale. Quattro pure. Ma quando portiamo a supporto oltre 40 coincidenze, allora forse non si tratta di coincidenze ma di potenziali prove.
Il Prof. Sergio Frau (2002) si è accorto che la “Sardegna è Atlantide“, mentre in realtà è un altopiano del blocco geologico sardo corso atlantideo, e ha quindi cercato di fare collimare l’Isola di Atlante con la Sardegna. Il problema è che la Sardegna è solo un sottoinsieme di Atlantide, quindi mancava tutta la piattaforma continentale sardocorsa, che attualmente è sommersa come dice il racconto platonico di Timeo e Crizia, e mancava all’appello la zona montuosa a nord dell’isola di Atlantide, la cui parte emersa è oggi chiamata “Corsica”. Inoltre, la Corsica è stata ceduta alla Francia complicando terribilmente ancora di più la ricerca: infatti gli esseri umani mentalmente, vedendo che una parte è italiana e una francese, istintivamente pensano che si tratti di due realtà differenti, mentre invece sono la stessa isola sommersa, come geologi di fama mondiale mi hanno già confermato di sapere. Ma i geologi chiamano questa isola sommersa millenni fa col nome di “blocco geologico sardo corso”, mentre il sacerdote egizio che ha narrato a Solone non poteva usare i termini “sardegna” e “corsica” che ancora non esistevano. Quindi gli archeologi, usando il metodo scientifico, hanno verificato le affermazioni di Frau, e si sono accorti che scientificamente i conti non tornavano, e hanno ragione. In realtà, avevano ragione sia Frau sia gli archeologi: Frau aveva ragione, in quanto la Sardegna è un sottoinsieme dell’Isola sardo corso atlantidea. Gli archeologi avevano ragione, in quanto la Sardegna è troppo piccola di dimensioni per essere Atlantide. Inoltre, la datazione data del nuragico purtroppo non era corretta, quindi giustamente veniva fatto osservare dai nostri scienziati. Ciò che lascia perplessi, magari, è il fatto che Atlantide è un’Isola sommersa, per cui: perché non sono mai state fatte vedere le batimetrie sommerse durante centinaia di incontri? Perché non si sono convocati degli esperti di batimetria? Questo probabilmente resterà un mistero per i prossimi anni a venire. I testi di Timeo e Crizia contraddicevano la cronologia biblica! Uno scrittore amanuense che avesse tradotto questi due brani avrebbe chiesto al suo superiore: “La bibbia dice che il mondo ha avuto origine intorno al 4000 a.C.: come è possibile che l’isola sardocorsa risalga al 9600 a.C.?”. Posti davanti ad un dilemma di natura morale che contraddiceva la chiesa cattolica, più o meno come accadde con Giordano Bruno e Galileo Galilei, e la pubblicazione del “Mondo” di Cartesio, probabilmente l’unica soluzione accettabile era quella di strappare il testo conclusivo, in modo che la data del 9600 scomparisse dai testi conosciuti. I Romani, dal canto loro, per contrapporre il nome del mare a Mare Atlanticum, lo chiamarono Mare Nostrum: non è più di atlantide, è un Mare Nostro, di noi Romani. Mi farebbe piacere se ora, ripresi dallo shock, gli archeologi e magari anche il geologo Luigi Sanciu, si esprimessero per correggere eventuali errori da me commessi nell’esprimere le mie idee. Voglio col presente messaggio sottolineare la mia profonda stima per tutti gli studiosi, archeologi, geologi, ricercatori, giornalisti come Sergio Frau e Graham Hancock, che hanno contribuito alla ricerca mondiale della verità. Avete tutti la mia lode ed il mio rispetto. Grazie per il lavoro che avete fatto e che ancora fate. La ricerca scientifica mondiale può progredire soltanto se ogni singolo cittadino può dare il suo contributo, anche quando dice stupidaggini: perché tanto un errore nella ricerca non uccide nessuno, basta che la ricerca poi prosegua. E l’importante è che la smettiamo di sbranarci tra scienziati e ricercatori: il nostro scopo può essere la serena ricerca della verità, con sereno dialogo. Non è grave se un cittadino traduce male il testo originale greco. “Non dobbiamo picchiarlo, per questo”: cerchiamo di porre al centro il dialogo, la discussione, e smettiamola di farci la guerra tra fazioni di pensiero. “Non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita affinché tu possa dirlo” (frase non di Voltaire, ma di Evelyn Beatrice Hall). Attendo la risposta dei ricercatori alle mie affermazioni sull’Atlantide Sardo Corsa attualmente semisommersa.

Se volete capire davvero Atlantide: studiare la geologia del blocco sardo corso sommerso. Studiare gli elefanti nani sardi ritrovati in Sardegna, chiamati Mammuthus Lamarmorae. Quando Platone scrive che “era presente la specie degli elefanti” sta parlando di questo animale, non degli elefanti indiani. Per capire atlantide è necessario conoscere la toponomastica del Sulcis: “Poseidone vi mise due sorgenti, una d’acqua fredda ed una d’acqua calda”. I sardo corso atlantidei infatti hanno chiamato i paesi del Sulcis coi seguenti nomi: Acquafredda (scomparso in età medioevale, ma è rimasto a Siliqua un Castello d’Acquafredda), Acquacadda, S’acqua callenti de Susu, S’acqua callenti de Baxiu, Piscinas (forse a seguito della sommersione del blocco geologico sardocorso), la fonte di Zinnigas esiste ancora, Is Sais Superiore ed Is Sais inferiore (che probabilmente hanno dato il nome alla città di Sais in Egitto dove hanno raccontato di Atlantide a Solone). Il DNA Atlantideo è stato già trovato e studiato dal Professor Carlo Lugliè, che ha già stabilito SCIENTIFICAMENTE che questa popolazione ha un dna diverso da quello dei neolitici che hanno popolato la sardegna 3000 tremila anni più tardi. Certo! Se c’è stata una catastrofe con l’affondamento del blocco geologico sardo corso, è ovvio che siano morti e in seguito sia venuta una popolazione con dna diverso. Nel Sulcis Poseidone amava le grotte, evidentemente. Vi erano le grotte di IS Zuddas e Acquacadda (ecco che torna il tema dell’acqua calda e fredda e quindi delle fonti). Ma quando si spostava a nord, probabilmente, andava nelle grotte di Alghero, che ancora i Romani conoscevano come Grotte di Nettuno. Ma Nettuno è il nome latino di Poseidone! Quindi le grotte di Nettuno sono la località di trasferta di questo antico sovrano quando andava al nord, probabilmente dai figli in visita. Fino ad oggi, si pensava che Poseidone/Nettuno fosse un mito/leggenda, invece era un sovrano antichissimo, poi deificato. Questo fatto si chiama “EVEMERISMO”. Suggerisco a tutti i lettori che diate un’occhiata, per imparare nuove cose. Se ciò che affermo è vero, posso dimostrarlo in qualche modo? Se una persona è intelligente lo può dedurre nel seguente modo. I Mammuthus Lamarmorae sono stati per ora trovati almeno in 3 località: Funtanammari a Gonnesa, ad Alghero dove c’è la grotta di Nettuno, e se non erro nel Sinis. Ad Alghero abbiamo appena detto che ci sono le Grotte di Nettuno, quindi Poseidone ci andava, e vi hanno trovato il mammuth sardo nano. Se analizzate la toponomastica di Gonnesa, hanno trovato un altro Mammuth nano della specie degli elefanti a Funtanamari, che significa “Fontana al mare”. Ma la fontana è una fonte d’acqua! Ecco il tema dell’Isola ricca di fonti d’acqua. Ora, il sacerdote egizio ha detto a Solone, intorno al 590 a.C., un sacco di cose, ma gli archeologi non possono arrivare a pretendere che il sacerdote gli insegnasse anche la lingua ed i vari dialetti sardocorsoatlantidei. Tutte quelle che elenco non sono coincidenze: Atlantide è davvero il blocco sardo corso attualmente semisommerso. Probabilmente gli studiosi, ora, fingendo di credere alle cose che io dico, cominceranno ad accorgersi a poco a poco che ho ragione e che non sto mentendo.
Se Atlantide è davvero il blocco semisommerso sardocorso, allora bisognerà riscrivere daccapo alcune parti della preistoria e della Storia. Questo lavoro lo lascio a Voi. Io non ne sono capace. Per me è già stato uno sforzo sovraumano riuscire a rimettere ordine in mezzo a tutto questo casino. Non mi interessa la fama. Il Professor Ugas a mio avviso ci è andato vicino parlando della costa atlantica dell’Africa, ma secondo me per capirlo meglio potrebbe riapprofondire il testo di Marco Ciardi, quando parla di Bailly (Ciardi M., Atlantide Una controversia scientifica da Colombo a Darwin, Carocci editore, Roma, 1° edizione, novembre 2002, p.92-97): in pratica una parte della colonia atlantidea colonizzò l’area indicata dal Prof. Ugas, mentre Poseidone divenne il sovrano dell’isola sardocorsa ora sommersa. Attenzione! E’ importante notare che la piattaforma continentale sardo corsa attualmente sommersa, è di dimensioni immense! Quella era parte integrante dell’isola. 11.000 anni di erosione delle correnti marine hanno generato il fango che circondava l’isola nel racconto platonico, e tale fango, depositandosi, ha pulito le acque dell’attuale Sardegna rendendole cristalline. Inoltre, esiste un piccolissimo deserto nel Sulcis. Questo deserto, con grandissima probabilità, è artificiale. Serviranno ulteriori studi per dimostrarlo, ora non sono in grado di fornirVi altre prove.
Spero che questi miei post siano interessanti. Se non lo sono, cancello tutto e lascio perdere. Spero che tra centinaia di persone, ve ne siano almeno una o due che capiscano l’importanza di ciò che sto facendo.
Chiedo scusa se ho momenti di rabbia: sono furioso per il fatto che il mondo scientifico continua ad insistere a raccontare balle agli uditori. Non è giusto che proprio gli scienziati e studiosi diffondano balle. E’ ingiusto. E’ ingiusto che non si sia chiamato un esperto di batimetrie della Sardegna/Corsica. E’ ingiusto che non si sia chiamato il Prof. Carlo Lugliè per interrogarlo sulla veridicità di quanto da me affermato. E’ ingiusto che nessuno abbia NEMMENO NOMINATO il Mammuthus Lamarmorae della specie degli elefanti. Se non l’avete mai visto andate al museo di Iglesias. Ma la prossima volta, per favore, parlatene.
Per me è un dovere morale rendere pubbliche queste informazioni.
Sono almeno 2600 anni che nessuno ha capito che il Timeo non è solo un testo di Astronomia, ma anche di Geologia, visto che tratta l’affondamento geologico del blocco sardocorsoatlantideo.

Per gli archeologi: sta avvenendo un cambio di paradigma, come spiegato nel libro di Thomas Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, come mutano le idee della scienza, Einaudi, Torino, 1969: l’ho chiamato “Il paradigma sardo corso atlantideo”. Prima tutti credevano che le orbite fossero circolari, seguendo Aristotele come Voi seguite Lilliu (in stile “Ipse Dixit”, “Lilliu dixit”). Poi si accorsero, dopo una infinità di prove su prove, che le orbite sono ellitiche. Poi avvenne un altro cambio di paradigma: la Bibbia diceva che la terra era al centro dell’Universo, e Copernico disse che nel fuoco dell’orbita ellittica era il Sole. Galileo confermò, e gli mostrarono gli strumenti della tortura, che spero Voi non mi mostriate. Bruno però fu arso vivo, poveretto. Ora Vi chiedo: concedetemi il beneficio del dubbio e fate delle controverifiche sulle mie asserzioni, per cortesia. Forse ci metterete molto, ma capirete che siamo nuovamente di fronte a qualcosa di straordinario: un nuovo cambio di paradigma. L’isola di Atlantide è il nome egizio per il blocco geologico sardo-corso attualmente semisommerso, i cui due altopiani che emergono fuori dall’acqua oggi sono noti coi nomi di Sardegna e Corsica. Il Prof. Carlo Lugliè può aiutarVi, spiegandoVi che la popolazione atlantidea originaria, intorno a 11.000 anni fa, aveva un dna differente dai neolitici che popolarono 3000 anni dopo la catastrofe, e viveva soprattutto procacciandosi risorse marine, e per questo motivo, gli insediamenti atlantidei erano dislocati prevalentemente sulle coste. E’ per questo motivo che la civiltà è stata quasi in toto spazzata via: perché abitavano le coste e queste sono state sommerse “nel breve volgere di un giorno e una notte di terribili terremoti e diluvi”. Oggi la scienza chiama le paleocoste atlantidee col nome di “piattaforma continentale sardo-corsa”. Inoltre, ci sono stati ben 11.000 anni di correnti marine che hanno eroso e distrutto le strutture costiere. Forse è impossibile ritrovare ancora dei resti di questa civiltà. Inoltre, Il Governo Andreotti ha concesso agli Stati Uniti di mettere una base di sommergibili nucleari a La Maddalena, per cui gli Americani hanno avuto almeno mezzo secolo per fare le loro scorribande coi sottomarini nelle nostre acque, prima che le Soprintendenze si svegliassero e capissero cosa stesse succedendo. E siccome gli Americani sono furbi, hanno messo una “base militare” proprio a Teulada, nel Sulcis. Ma guarda, che coincidenza… Fantarcheologia? Care soprintendenze, dove si trovano i Vostri sottomarini per l’esplorazione costiera? Dove sono le Vostre migliaia di relazioni sui fondali marini sardocorsi? Dove sono le batimetrie 3D dei fondali? O forse non le ha fatte nessuno? E dove sono le lettere ai Ministri, per chiedere di ottenere queste cose? Per ottenere i finanziamenti spiegandone l’importanza immensa per la Storia della Civiltà Umana? Se Atlantide sardo corsa è affondata intorno al 9600 a.C., perché state sprecando fiato ed energia a cercare Atlantide negli strati nuragici? Una volta che si prenda per buona l’esistenza di Atlantide con capitale Sulcis, si ha idea precisa di dove cercare le strutture descritte da Platone. https://www.atlantisfound.it/wp-content/uploads/2023/02/Capitale-di-Atlantide-Luigi-Usai-17-febbraio-2023-pulita.png Il Prof. Ugas può confermarVi che le dimensioni collimano alla perfezione con quanto affermato da Platone, anche la distanza della capitale dal mare, circa 8.8 chilometri. Magari il problema è che le strutture potrebbero trovarsi anche a 100 metri sotto terra, perché ad una prima riflessione sembra che siano state sommerse da montagne di terra (questo è da verificare, ma ad occhio è comprensibile). Salvatore Dedola è un genio: si è accorto dell’incredibile sovrapposizione tra nomi sardi e babilonesi, sumeri ed accadici. “C’era una cenosi linguistica paleo-neolitica”. E’ tutto giusto! La cenosi linguistica era causata dal popolo Atlantideo delle coste sardocorse, ossia gli stessi abitanti il cui DNA è già stato analizzato in due individui su tre del riparo sottoroccia de Su Carroppu. I sardocorsoatlantidei migravano per il Mediterraneo. E queste migrazioni spiegherebbero la civiltà Cretese che adorava il toro, che aveva la Labrys, spiegherebbe la cultura molto evoluta e l’incisione del tridente di Poseidone trovata sul Palazzo di Cnosso; e spiegherebbe perché i lingotti sardi si trovino a Creta, a Cipro, e perché a Cipro vi sia Akrotiri e ve ne sia una seconda Akrotiri a Santorini, dove viveva una civiltà evoluta che aveva persino i gabinetti e le tubature… Spiegherebbe perché sul Monte Carmelo hanno trovato strutture poi di epoca nuragica. Spiegherebbe perché sono affondate anche Atlit-Yam, Pavlopetri, Herakleion/Thonis, Baia e chissà quante altre che non avete ancora nemmeno trovato… E spiegherebbe anche perché Atlit-Yam aveva quel nome, visto che forse Atlantide era l’isola madre da cui erano migrati…Siccome ad Atlantide esistevano le leggi (la colonna di oricalco con incise le leggi, sulla sommità della quale versavano il sangue di toro? Suona famigliare?), non c’è da stupirsi che poi i discendenti realizzarono il Codice di Hammurabi, forti delle conoscenze giuridiche sviluppate nei millenni precedenti sul blocco geologico sardocorsoatlantideo. Concedetemi ancora per un attimo il beneficio del dubbio. I Romani cercarono la Damnatio Memoriae per Atlantide. Li sottomisero, espoliarono forse le Grotte di Nettuno dal poco materiale che forse era ancora rimasto, ma le continuarono a chiamare col loro nome. Insomma, conoscevano Poseidone/Nettuno, per loro era ancora un personaggio storico. A questo punto non mi stupirebbe se i nomi legati ad atlantide fossero stati vietati, e magari Atlas è diventato Antas, il che potrebbe chiarire il toponimo S’Antadi. Su questo non ho potuto fare ricerche e non ne sono assolutamente capace. e S’Antadi appare anche in Sant’Antonio di Santadi (ma guarda che incredibile coincidenza? Anche qui gli Americani hanno messo una base militare… ma che strana coincidenza… e poi a Perdas de Fogu c’è un’altra base militare, proprio dove hanno rubato il DNA degli abitanti… ma che strana coincidenza…ma certo che ne ho di fantasia, eh? Che ne dite?) Alla base militare dei Sommergibili di La Maddalena, gli americani portarono, udite udite… delle talpe per creare tunnel tra le più grandi al mondo allora esistenti. Perchè? Perché a La maddalena e dintorni gli americani erano interessati a scavare degli immensi tunnel? Cosa stavano cercando sotto terra? Avevano visto qualche tipo di metallo tramite satellite (si può fare)? Capisco se portano un missile, se portano altri materiali utili a scopi militari, ma le talpe per scavare tunnel? Forse può essere interessante analizzare dove sono collocate le basi militari per estrarne altre informazioni utili. Sommergibili nucleari per il mediterraneo? Proprio a metà strada tra Sardegna e Corsica? Ci furono incidenti, e i giornali riportarono di una volta che il sottomarino era proprio a Teulada. Spero che ci sia almeno qualcosa di intelligente in ciò che ho scritto. Forse è tutto una coincidenza. Forse mi sono sognato tutto. Sed iam, nox umida caelo praecipitat suadentque cadentia sidera somnos, quindi ciao.

Cordiali Saluti v. 110

Atlantis exists, found by Dr. Luigi Usai
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Se il paradigma sardo corso atlantideo è corretto, significa che sono imprecisi se non addirittura talvolta errati  moltissimi libri di storia e archeologia del pianeta. Vanno inoltre cambiati i libri di urbanistica, perché il Sulcis Iglesiente diventerebbe, secondo le mie affermazioni, la prima città conosciuta al mondo, con caratteristiche peculiari: realizzata a partire da un solco circolare sacro; realizzata a cerchi concentrici, come in seguito è stato fatto col Tempio del Sole a Niniveh, con il Porto di Cartagine, con la città di Troia, con la Villa Adriana a Roma, e chissà quante altre stutture: chi si era mai accorto? Inoltre la prima città non sarebbe propriamente una città, bensì una intera provincia! Certe volte forse noi guardiamo ma siamo incapaci di vedere davvero. Vanno cambiati i libri sulla navigazione, perché sono incompleti e imprecisi; vanno modificati i libri di architettura per integrarli con le novità; vanno modificati i libri di estetica, perché l’estetica sardo corso atlantidea è stata la prima attualmente conosciuta in tutto il Mediterraneo ed Egeo etc…; vanno cambiati i testi di filosofia, in quanto Platone ha parlato da storico e ha detto il vero, come daltronde è stato con tutti gli altri suoi testi. Vanno modificati tutti i testi sulla statuaria antica, perché ora abbiamo i bronzetti sardi e la statuaria di Mont’e Prama; se la mia teoria è corretta significa che i Sardo Corso Atlantidei hanno inventato l’ingegneria idraulica, realizzando sistemi di canali, e poi l’hanno insegnata anche ai Mesopotamici, che hanno modificato il corso dei fiumi Tigri ed Eufrate. Se il paradigma sardo corso è corretto, sono sbagliati i libri di geografia, le enciclopedie, i libri che trattano il commercio antico… tutta l’antichità sarebbe da riscrivere e tutti i libri sarebbero imprecisi, errati o da integrare. E’ un gran bel risultato, devo ammetterlo. E voglio togliervi il dubbio: io sono sicurissimo che sia tutto giusto, esattamente come Einstein era sicurissimo che la relatività fosse corretta, prima che venisse confermata sperimentalmente, e ci tengo che questo si sappia, a scanso di equivoci. “Il genio vede la risposta prima della domanda” (tratto da un film). Se ho ragione, bisognerà riscrivere i libri di mineralogia, di petrologia, i libri sui materiali da costruzione; e ancora peggio, potremmo scoprire che le Piramidi sono state realizzate con manodopera Sardo Corsa, il che sarebbe incredibile. Tutto ciò cambierebbe il modo in cui concepiamo il mondo intero.

Insomma, se il paradigma Sardo Corso Atlantideo da me proposto si rivelerà corretto, significherà che io avrò cambiato e sconvolto, ma anche rimesso in ordine, tutta la nostra visione del mondo dalla Preistoria ad oggi.

Come si può smentire la mia tesi: è semplicissimo, basta ricontrollare lo sviluppo della civiltà Megalitica e contemporaneamente chiedere aiuto a dei Paleoantropologi: questi sono in grado, anche attraverso la genetica, di dimostrare se io stia dicendo la verità oppure mentendo.
Ma la risposta la conosco già, perché in questi giorni ho studiato Paleoantropologia. Anche loro sono arrivati alla stessa conclusione, ma non riuscivano a capire come sia stato possibile. E’ ovvio che non possano capirlo, in quanto i libri di storia non nominano nemmeno i popoli Sardo Corsi. Eppure i dizionari di Latino riportano a chiare lettere che Troia aveva come secondo nome Ilio, e che è stata fondata dagli Ilienses. Bastava soltanto capire che gli Ilienses che hanno fondato Troia sono gli stessi Ilienses del blocco Sardo Corso. Era un passaggio logico che avrebbe potuto fare chiunque.
Peccato che persino Aristotele non aveva creduto al suo stesso maestro. Riuscite ad immaginare? Un alunno che non crede al suo maestro che gli ha insegnato quasi tutto. Mi piacerebbe dare un pugno in faccia ad Aristotele, se potessi. E’ un reato? 😀 hehehe

Ho fatto anche moltissime altre scoperte, ma per ora non le renderò pubbliche, le pubblicherò sotto forma di libri. Prima voglio vedere se il mondo è capace di capire queste mie prime tesi, che sono talmente sconvolgenti che ci sono persone che preferiscono aggredirmi per difendere lo status quo, piuttosto che discutere come persone civili per dimostrarmi dove sto sbagliando nelle mie affermazioni.

Ma ancora più di questo, mi piacerebbe una critica spietata e distaccata della mia analisi toponimica da non specialista. 😀

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