La cerimonia dell’oro d’onore: la pratica di mozzare le mani dei nemici in Egitto antico

Mani mozzate, esempio A.I. generated

Recentemente, gli archeologi hanno scoperto 12 mani destre mozzate in tre fosse all’interno di un cortile di fronte alla sala del trono di un palazzo Hyksos della XV dinastia ad Avaris (nome attuale Tell el-Dab’a) nell’Egitto nord-orientale. Questa scoperta fornisce una prova archeologica della pratica di mozzare le mani dei nemici in Egitto antico e conferma le testimonianze storiche e le rappresentazioni artistiche su questo rituale.

Secondo gli studiosi, questa pratica coinvolgeva i soldati che presentavano al Faraone le mani destre mozzate dei nemici per raccogliere “l’oro dell’onore”, una prestigiosa ricompensa, principalmente sotto forma di un collare di perline d’oro. Questa pratica è nota dalle iscrizioni tombali di importanti guerrieri e dalle iscrizioni e dai rilievi dei templi, tutti risalenti all’inizio del Nuovo Regno (XVIII-XX dinastia) in poi.

Gli studiosi non sono certi se le mani fossero state prese da persone morte o viventi, ma dopo aver rimosso eventuali parti attaccate dell’avambraccio, le mani sono state poste nel terreno con le dita in posizione allargata, principalmente sui lati palmari. Questo era probabilmente per rendere la parte anatomica evidente e spaventosa durante l’atto di ostentazione del trofeo e per evidenziare la ferocia del guerriero che le aveva mozzate.

Tuttavia, l’origine e la diffusione di questa pratica rimangono ancora poco chiare e sono oggetto di dibattito. Ulteriori ricerche potrebbero fornire ulteriori informazioni sulla storia e la cultura dell’Egitto antico.

La cerimonia dell'”oro d’onore” è menzionata nel contesto delle 12 mani mozze ritrovate in Egitto nel palazzo del Re, risalenti a circa 3600 anni fa. Secondo gli studiosi, questa pratica coinvolgeva i soldati che presentavano al Faraone le mani destre mozzate dei nemici per raccogliere “l’oro dell’onore”, una prestigiosa ricompensa, principalmente sotto forma di un collare di perline d’oro stilearte.it.

Le mani mozze erano state depositate in tre fosse all’interno di un cortile di fronte alla sala del trono di un palazzo Hyksos della XV dinastia ad Avaris (nome attuale Tell el-Dab’a) nell’Egitto nord-orientale. La pratica di mozzare le mani destre dei nemici e presentarle al Faraone era nota dalle iscrizioni tombali di importanti guerrieri e dalle iscrizioni e dai rilievi dei templi, tutti risalenti all’inizio del Nuovo Regno (XVIII-XX dinastia) in poi stilearte.it.

Gli studiosi non sono certi se le mani fossero state prese da persone morte o viventi, ma dopo aver rimosso eventuali parti attaccate dell’avambraccio, le mani sono state poste nel terreno con le dita in posizione allargata, principalmente sui lati palmari. Questo era probabilmente per rendere la parte anatomica evidente e spaventosa durante l’atto di ostentazione del trofeo,
e per evidenziare la ferocia del guerriero che le aveva mozzate.

Il termine “oro dell’onore” si riferiva alla ricompensa data ai soldati che avevano dimostrato il loro valore in battaglia, spesso con la mozzatura delle mani dei nemici. Il collare di perline d’oro era un simbolo di grande prestigio e veniva indossato solo da pochi soldati di élite.

La scoperta delle mani mozze ad Avaris fornisce una prova archeologica della pratica di mozzare le mani dei nemici in Egitto antico e conferma le testimonianze storiche e le rappresentazioni artistiche su questo rituale. Tuttavia, l’origine e la diffusione di questa pratica rimangono ancora poco chiare e sono oggetto di dibattito tra gli studiosi.

In sintesi, la cerimonia dell'”oro d’onore” era un rito di prestigio praticato in Egitto antico in cui i soldati presentavano le mani destre dei nemici mozzate al Faraone per ricevere una ricompensa, principalmente sotto forma di un collare di perline d’oro. La scoperta delle 12 mani mozze ad Avaris fornisce una prova archeologica di questa pratica e conferma le testimonianze storiche e le rappresentazioni artistiche.